
Il rito tecnico serale in questi giorni di caldo estivo consiste nell’attendere che la temperatura esterna scenda ad un livello inferiore a quella interna per aprire le finestre dotate di zanzariera.
Oggi si è arrivati a 34°, di norma io predico “non aprite le finestre per alcuna ragione fino a nuovo ordine“. In realtà le mie disposizioni vengono sistematicamente disattese, le finestre spesso di giorno sono spalancate, il caldo entra ed il fresco si dilegua.
Di sera la temperatura esterna fortunatamente si abbassa, il mio compito è quello di monitorare l’escursione termica ed il differenziale tra interno/esterno. Quando il termometro a doppia sonda segnala che la temperatura esterna è minore di quella interna, io scatto come un maniaco e spalanco le finestre che hanno la zanzariera. Il patto però è che io non devo in realtà spalancarle, ma le metto a sbalzo, meglio noto con il termine “vasistas” altrimenti in casa non ci si sente sicuri.
Sono abbastanza certo di aver scritto qualcosa di identico una o più volte nel corso delle precedenti estati. Ma questo è un rito pagano che caratterizza il mio soggiorno basaluzzese estivo. Concludo dicendo che la mattina di questi tempi la temperatura esterna scende fino a 21-22 gradi, io mi sveglio che sta albeggiando ed aspetto il sorgere del sole, allorquando chiudo le finestre. In casa la temperatura mattutina arriva intorno ai 25 gradi, di sera non supera i 27. Questa procedura e la storia di questo ciclo si ripete fino a Settembre inoltrato, in media.

Sempre più secca, sempre meno acqua. Non so se il livello è al minimo da quando esiste la Pozzanghera, per saperlo basterebbe verificare nell’archivio fotografico, ma sticazzi. Un po’ come sta facendo il lago Mead in USA, al minimo storico. E’ stato così basso solo quando la costruzione della diga fu ultimata nel 1935 ed iniziarono a riempire il bacino che si era formato a monte. Almeno io non devo chiudere la centrale idroelettrica per carenza di acqua.