Workout mattiniero.

La nebbia è arrivata verso le 8, quando ho iniziato la mia attività motoria che consiste nel raccogliere le foglie. Prima do una robusta scrollata agli alberi, esercizio non necessario e non particolarmente intelligente, ma sotto alcune piante vengo accolto da una pioggia di foglie, mi piace la sensazione. Poi le raggruppo con l’attrezzo specifico e poscia le porto via con la cariola. La procedura va spiegata perchè non è intuitiva. Inizialmente avevo provato con il soffiatore ma non funziona bene. Il soffiatore sposta le foglie in direzioni talvolta imprevedibili e non sempre volute. Inoltre quando le foglie sono bagnate dalla rugiata, tendono a rimanere impigliate nell’erba. Quando una foglia rimane impigliata nell’erba mi innervosisco. Mi avvicino con il soffiatore e punto la bocca del tubo a pochi centimetri dalla foglia che però oppone una tenace resistenza e talvolta proprio non si sposta dalla sua posizione. Allora generalmente provo a prenderla a calci. Ma il tentativo non sempre riesce; a volte si insinua ancor più nel tappeto erboso, oppure rimane incollata alla scarpa costringendoni a camminare trascinando un piede. Allora diventa una cosa tra me e quella foglia. Poso il soffiatore per avere le mani libere, prendere la foglia ed accartocciarla perchè così facendo perde la sua risolutezza e diventa più soffiabile. Ma il soffiatore si spegne. Quando il soffiatore si spegne durante l’uso, per motivi a me sconosciuti non riparte. La foglia semi-accartocciata è sempre li che mi guarda, io provo inutilmente a mettere in moto il bastardo tirando la corda della messa in moto senza sosta, ansimando e valutando se non sia il caso di bruciare la foglia, così impara. Ecco perchè uso il rastrello.

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