Al fresco.

Ho scoperto con notevole disappunto che i millimetri caduti a Basaluzzo qualche giorno fa invece dei 24 registrati dal pluviometro di Basaluzzo si solo limitati a 5. Vaffanculo.

In ogni modo adesso sono in una rinomata località montana, luogo dove una benestante famiglia di Torino negli anni 50 comprò tutti i terreni disponibili e fece una successiva epocale speculazione edilizia facendo costruire un numero esagerato di palazzoni disegnati da persone con problemi cognitivi e costruiti con metodi & materiali indegni di un paese del terzo mondo.

Sono molto fuori forma e mi devo accontentare di fare passeggiate poco impegnative. In questa foto io ammiro la valle e sono ingobbito e con le orecchie più a sventola che mai. Mi ricorda Andreotti.

Ho percorso alcuni km sull’auto di amici di amici. Salendo, mi ha colto il classico odoraccio di chi ha un cane. Stavo per dirlo “oh cazzo avete un cane” magari usando termini meno aggressivi, poi però mi sono bloccato. E se NON avessero avuto un cane ? Qualcuno in famiglia con una disfuzione ghiandolare intensa ? La ragazza seduta al mio fianco che mi risponde “no, è che da qualche tempo ho delle perdite verdi-arancioni che sembrano minestra di zucca con pezzi di cavolini” ? E si, hanno un cane. Chi possiede un cane e lo porta in auto non si accorge dell’odore perchè il cervello in collaborazione con il naso ha elaborato un sistema che sovrascrive l’odore pestilenziale che un cane accumula in auto. Insomma non sentono il fetore. Gli ospiti invece vomiterebbero dopo tre curve e si lancerebbero dal finestrino dell’auto in corsa.

Sempre a proposito di cani; uno del Comune ieri mattina stava tagliando l’erba con una falciatrice in una aiuola. La lama deve aver preso una merda di cane, lui ha messo un piede sulla parte della merda rimasta sul prato, mentre l’altra veniva distribuita nell’area circostante. La sua manifestazione di rabbia è iniziata con la bestemmia classica seguita da un “…cani del cazzo”. Urlava che lo hanno quasi certamente sentito fino a Torino. Ha continuato per circa un quarto d’ora a strisciare la scarpa per terra nella maniera tipica di chi cerca invano di pulirsela.

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