L’aria che tira.

Questa sera ho portato la spazzatura in strada. E’ il rituale instauratosi durante questo confinamento a casa. Esco con guanti chirurgici e mascherina N95, quella che ancora oggi trasmette un inquietante odore di salame. Ma stasera reintrando dopo aver depositato il sacchetto nel cassonetto me la sono tolta. E’ la prima volta che vado in strada senza mascherina da più di un mese. Sono stato avvolto da un’aria diversa da quella alla quale sono abituato a Genova. Mi è sembrata tiepida e profumatissima, pulita, accogliente, sana. Questa serata l’aria è molto umida e la rugiada si deposita al suolo, sicuramente gli aromi che ho sentito derivano in parte anche da questo. Sono rimasto davvero colpito, non me l’aspettavo, ero lontanissimo all’idea di sentire un’aria diversa.

Ora una evitabile breve ridda di scontate, banalerrime considerazioni a cazzo. Non c’è traffico ed ecco l’aria improvvisamente buona. Però tutti ci auguriamo che la vita torni normale, il che vuol dire che l’aria puzzerà di nuovo degli scarichi delle auto e camion e motorini. Non abbiamo scelte; il lusso dell’aria pulita non possiamo pemettercelo e non potremo permettercelo ancora per tanti anni, a meno di volere la catastrofe economica del paese. Ecco.

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