Il treno.

Treno di perturbazioni. La Jet stream nel suo caratteristico ondeggiare è sulla Groenlandia e dunque piega bruscamente verso sud, attraversa l’Inghilterra e punta verso la Penisola Iberica. Arriva sulle coste africane e rimbalza prima verso est, infine inizia a tornare verso nord e punta sulla penisola balcanica. Il getto di aria gelida, 8000 metri più in basso trascina la massa di aria più vicina al suolo, formando delle onde che diventano fronti di instabilità, ossia perturbazioni. Una ogni 36-48 ore, come le vibrazioni di un suono o l’incresparsi delle onde del mare, solo che la distanza tra di loro non è qualche metro come in mare, in cielo nel nostro caso è di un paio di migliaia di km.


Spiegazione affascinante ma parzialmente inventata, o meglio espressa coi piedi.

Fatto sta che piove per 12 ore, smette per circa 24, poi ricomincia. Un formidabile tentativo di riequilibrare gli enormi scompensi di temperatura tra le regioni polari e quelle subtropicali. Qualcuno le chiama tempeste equinoziali anche se l’equinozio è passato da due mesi. Questo schema sembra resistere ancora per diversi giorni, perchè una delle caratteristiche che a queste latitudini il clima sembra assumere sempre di più come effetto del cambio climatico è quella di perdurare. Mesi senza una goccia di acqua e poi 10 perturbazioni una di fila all’altra. La prima fa disastri perchè incontra un Mediterraneo caldissimo, ma poi con il passare delle ore e dei giorni, l’aria, la terra ed anche il mare iniziano a raffreddarsi e dunque meno sfaceli concentrati in pochi km ma più insistenza di fenomeni moderati ed estesi. La quota neve scende, le montagne si imbiancano.

E dopo questa bucolica digressione tardo-serale che va presa con le molle, me ne vado a dormire.

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