Temporalino pseudo estivo.

Una delle carpe cerca da mangiare a pelo d’acqua . Oppure, come alternative etologicamente valide, chiacchiera con una rana, ha perso l’orientamento, sta valutando se uscire, le piace la pioggia.

Non so se è un effetto ottico, ma questa carpa sembra avere la bocca estroflessa, come se avesse una piccola proboscide. Forse non dovevo fare quegli esperimenti di irrorazione radioattiva sperando che le poco appetibili carpe diventassero dei pregiati branzini.

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Sono contento della pioggia per diverse ragioni. E lo sono anche per un agricoltore che nelle ore precedenti alla pioggia ha fresato con cura e seminato un terreno al di la della fila di alberi. Questa pioggia ha fatto si che il seme, meglio accolto nella terra smossa, ora può immediatemente iniziare la germogliazione. Ovviamente sul discorso del seme ho inventato tutto, ma mi sembra plausibile.

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Il giorno fu pieno di lampi ma ora verranno le stelle, le tacite stelle. Balle; il cielo si è mantenuto coperto per tutta la notte, senza Luna e con un Cucù che ha cantato ininterrottamente senza così poter fornire alcuna indicazione utile sull’ora. Ah, si, le ranelle ci sono tutte.

Ho scoperto di essere rimasto senza Cipster. Riformulo la frase: qualcuno si è mangiato le mie Cipster. Un animaletto gratta il legno del tetto insistentemente durante la notte e prima o poi si aprirà un varco cadendo sulla pancia di Miriam mentre dorme. Seguirà un urlo udibile a diversi Km di distanza.

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