Happy Hour.

Ogni tanto mi ricordo del concetto di Happy Hour, ossia un modo inventato dagli esercenti dei bar per invogliare la gente a venire nei bar e riempirsi di salatini ed alcool prima della cena serale promettendo una tariffa scontata. Credo sia un bel modo per socializzare e diventare alcolizzati e pieni di brufoli con problemi di reflusso esofageo.

Credo che la cosa sia nata in Inghilterra o comunque nei paesi anglosassoni. Qui a NYC non c’è bar o ristorante con bar che non offra la happy hour che può andare dalle 5 alle 7 del pomeriggio.

Questo nella foto non è da meno. Si chiama Eli’s Night Shift, un nome che la dice lunga sullo spirito del locale. Non chiude mai, penso nemmeno quando ci fu Sandy 6 anni fa.  Fa parte di una catena abbastanza diffusa a Manhattan, Eli Zabar’s  dove si mangia e si beve bene.

Perfetto per un piatto di guacamole accompagnato da uno, anzi facciamo due gin & tonic. Io non sono aduso a bere alcolici. La birra mi gonfia con un pallone sonda, il vino mi blocca ogni attività intestinale.  Il gin invece più o meno mi fa passare una notte indenne ed anche il mal di testa risulta appena accennato. Ci si accomoda su sgabelli e si viene serviti su banconi di legno. Gli sgabelli servono per quando l’avventore  finalmente ubriaco si rovescia per terra, viene preso per un piede e trascinato fuori dal locale senza farlo scontrare con tavolini e sedie ingombranti.

Dunque ieri sera il mio pasto liquido. Il mio esofago non oppone resistenza nei confronti di liquidi e guacamole, ovviamente bada allo stato fisico e non al tasso di alcool nel liquido, arrivo a casa camminando leggermente di bolina, non mangio e dunque mantengo la mia forma fisica perfetta, cado in un sonno alcolico che mi fa passare ansie e angosce. Dovrei farlo piu spesso.

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