Lipu

Il piano di salvataggio era semplice; avrei citofonato gli inquilini dei numeri interni più alti in modo da intercettare quelli che abitano all’ultimo piano e che hanno accesso al tetto. Poi avrei recuperato il piccolo gabbiano e lo avrei riportato sul tetto dai genitori e dal fratello.

Nel frattempo, arrivato in ufficio, ho cercato di trovare conforto in quelli della LIPU di Genova ma sul loro sito c’è un cellulare che suona a vuoto. Allora ho chiamato una amica, nota amante degli animali, chiedendo consigli.

Purtroppo mi ha confermato i sospetti che avevo fin da subito; se tocchi un piccolo di qualsiasi specie e poi lo riporti dai genitori, questi sentono il tuo odore e disconoscono il piccolo. Lo lasciano morire di fame e talvolta lo uccidono perchè sentono un odore che lo fa apparire un estraneo. Noi umani puzziamo in modo rivoltante. Se ricordo l’ultima volta che sono stato su un autobus a Genova, posso capire il genitore di gabbiano che uccide il piccolo dopo che ha avuto contatti con un umano. Avrei voluto mettermi ad urlare “ma chi è quel maiale che non si lava da mesi ?”.

Avrei potuto avvolgerlo in un lenzuolo o una coperta senza toccarlo, ma come si fa a tenerlo stretto in un lenzuolo se questo si dimena ? E se gli spezzo un ala ? Insomma, ieri mattina uscendo di casa ho trovato il piccolo di gabbiano mancante. Saltellava tra le auto con un genitore che ronzava intorno salendo sulle ringhiere che contornano i giardini. Sono andato in ufficio con il magone impegnandomi a fare qualcosa, ma intuivo che il salvataggio sarebbe stato impossibile, anche a voler evitare le beccate del genitore che si sarebbe incazzato a vedermi inseguire e braccare il piccolo.

Ieri sera non l’ho visto, neppure il genitore. Immagino che il piccolo abbia fatto una brutta fine. Probabilmente investito da un’auto. Inseguito e ucciso da un cane. Preso in un inseguimento tra bighe, colpito da un asteroide. E’ una cosa tristissima, ma non quanto lo è pensare ai miei concittadini che due sere fa hanno imbrattato la strada rovesciando dei contenitori di rifiuti. Questo mi intristisce ancor di più perché questa gente è consapevolmente idiota & ignorante, felice ed orgogliosa di esserlo, ormai maggioranza rumorosa di questa decadente civiltà in cui i motociclisti non sanno più guidare ma devono tenere i piedi che sfiorano l’asfalto, per sicurezza.

Versione più grande di Give-A-Fuck-O-Meter. Vorrei conoscere il genio che ha fatto questo GIF animato e ringraziarlo.

Altro argomento grigio.

La mia espressione quando entro in ufficio. Ho settato questa webcam in modo da scattare foto se vede qualcosa di anomalo nelle ore notturne. Dato che entro in ufficio intorno alle 6 e mezza, mi fa una serie di foto e me le manda per e-mail. Dovrei cambiare settaggio o sorridere o sticazzi. Mi sta piombando addosso una subdola depressione estiva. Me ne accorgo perchè vedo letteralmente più scolorito e se immagino luoghi felici, li vedo grigi e provo disinteresse e mi chiuderei in ufficio dormendo sul divanetto e nutrendomi di vecchie pratiche. La fase pre-depressiva estiva si manifesta con sonnolenza, apatia e sudorazione delle mani. Poi arriva il grigiore.

Ormai conosco questa merda e dunque non sono preoccupato. Sono solo un po’ scocciato perchè perdo tempo, faccio le cose male e controvoglia.

Ma sticazzi.

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One Response to Lipu

  1. keep calm! says:

    “Giovani Gabbiani? KEEP CALM, NESSUN PROBLEMA!

    In questi giorni si stanno involando centinaia di giovani gabbiani, che spiccano i loro primi voli dai numerosi nidi sparsi per la città.
    Può essere frequente incontrare una situazione come quella nella foto: un grande pennuto maculato che passeggia avanti e indietro, ma che non vola. Sappiate che è tutto ASSOLUTAMENTE NORMALE. Dopo aver abbandonato il nido, i giovani gabbiani possono stare anche 10 giorni a terra, a prendere confidenza con le ali, sempre sotto lo sguardo vigile dei genitori. Quindi, a meno che non vi siano evidenti situazioni di pericolo, o evidenti ferite, non preoccupatevi e lasciate che il giovane faccia le sue esperienze!
    Tratto da Enpa “

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