La cartella Immagini.

Nel tentativo di abbassare ulteriormente il livello di “ma che cazzo me ne frega” e considerando che è venerdì pomeriggio e ho del tempo da perdere, ho voluto impegnarmi nel razionalizzare la cartella delle immagini che ho sul computer in ufficio,

Dopo averci trascorso una mezz’ora ho dovuto cambiare atteggiamento verso un impegno che inizialmente sembrava una buona idea, ma col passare dei minuti si è, nuovamente, mostrato per quello che è, ossia una inutile sega mentale.  Nuovamente perchè ogni tanto, a cicli come la luna o il sole o il mio umore, mi viene l’insano desiderio di metter mano nella temibile cartella “A Varie” che si chiama così in modo da farla comparire in cima alla lista delle oltre 400 cartelle divise maniacalmente per argomento. Questa cartella contiene roba di ogni tipo. Ci sono soprattutto immagini doppie e immagini che ho salvato temporaneamente con l’idea di cancellarle in una fase successiva, che però non c’è mai stata.

Questo impulso orientato a mettere ordine  in qualche ambito secondario del mio daffare giornaliero, termina sistematicamente con l’aborto prematuro dell’operazione e mi lascia con un senso di profonda sconfitta ed inutilità esistenziale. E’ una routine residente, ossia genetica, mi è famigliare come le mie balle, insomma fa parte di me. Qui a fianco mostro un esempio del materiale che salvo nella cartella “A Varie”. Inizialmente lo salvo perchè mi sembra carino, poi però si aggiunge ad una massa sempre più voluminosa. Va da se che la cartella non da fastidio; non blocca ne’ rallenta il computer. Eppure è come quando, adolescente, decidevo improvvisamente di mettere ordine nella mia cazzo di cameretta, non perchè mi venisse imposto dall’alto, ma perchè mi partiva l’embolo simil-autistico da riordino, e partivo a svuotare una cassapanca ricolma di “A Vari” oggetti.

L’idea era quella di buttare via le cose rotte o inutili e mettere ordine. Svuotavo la cassapanca ricoprendo il pavimento secondo una logica di raggruppamento per gruppi omogenei. Ma a metà dell’impresa improvvisamente mi scattava un meccanismo mentale per cui mi accorgevo che stavo facendo una cosa totalmente inutile, fastidiosa e stancante. Allora riprendevo tutti i giochi, libri, attrezzi insomma le cose che avevo poco prima raggruppato e le ricacciavo a caso nella cassapanca, mi sentivo sconfitto ed avvilito, disorientato, con un senso di vuoto. Questo evento si ripeteva ciclicamente.

Adesso c’è la cartella delle immagini “A Varie”, che contiene i miei giocattoli e che ogni tanto cerco di mettere in ordine, non so perchè.

Sono certo che questa immagine debba essere conservata.

 

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