Mentre io sono nel deserto padano a parlare di pozzi, Miriam mi telefona perchè sta assistendo ad un miracolo in Piazza De Ferrari. Pare che il nostro sindaco stia parlando in pubblico in un ottimo inglese in occasione di un evento internazionale.
Non stapperei champagne, sono agnostico e vedo una strada totalmente in salita, tuttavia comunque mi sembra una notizia incoraggiante. Le immagini della cerimonia faranno il giro d’Europa ed i nostri partners europei non crederanno alle loro orecchie, penseranno che è stato doppiato.
Nessuno al di fuori dei confini comunali avrà mai sentito parlare i nostri due sindaci precedenti, ma chi li ha sentiti ha ancora le orecchie che sanguinano. Non penso che tra i due facessero tre parole di Inglese, anche se loro ritenevano che Belin fosse stata una parola anche Inglese.
L’evento è sintomatico; chiunque in Italia arriva a ricoprire un ruolo istituzionale non penso possa conoscere un buon inglese perchè per arrivare ad essere sindaco – ad esempio – non credo abbia avuto tempo per viaggiare e fare carriere all’estero. Ha dovuto, fin dall’inizio, imparare a nuotare nella merda della incapacità e corruzione nostrana, ha dovuto baciare italianissimi culi a ripetizione, senza tregua, fino ad arrivare a riuscire a farseli baciare a propria volta. Infine ha imparato a nutrirsi con le stesse feci dei suoi compagni di partito o coalizione o salcazzo cosa. Dunque un sindaco che parla un buon inglese è un evento, secondo me, davvero estremamente improbabile.
Forse i radical-shit genovesi di aria sinistrosa e la loro controparte destra-gnurànt non possono apprezzare, perchè a loro personalmente non sembra arrivare alunchè direttamente nelle loro tasche, ma io sono convinto nella bontà e nelle speranze che si possono riporre in un sindaco che si esprime in un Inglese vero. Non quello del trio Berlusconi, Rutelli, Renzi, accumunati dal loro risibile Inglese pre-scolastico accompagnato dalla tremenda cocina nazional-popolare.
Speriamo bene, adesso un pochino meglio.