
Si raggiunge il proprio scopo pubblicando fotografie laddove il fotografo è riuscito a cogliere i punti di forza della propria personalità, spiritualità, senso dell’umorismo, acume e, in ultima analisi, autentica bellezza caucasica.
Non sapendo cosa scrivere, questa mattina, nel quasi silenzio della terza strada alle ore 6, si dev’essere fermato al semaforo qualcuno con una Harley Davidson e l’impianto stereo a tutto volume che suonava “Sweet Home Alabama”. Quando ha sgommato verso uptown, il rombo assordante della motocicletta ha superato ampiamente i canti delle arie condizionate.
Inezia uno. Oggi visita a Governors Island, affittate le biciclette. Mollemente seduto su una panchina all’ombra, osservo un nucleo famigliare le cui donne sono interamente coperte di veli, stracci e pantaloni fino alle caviglie mentre non riescono a salire sulle biciclette e si allontanano spingendole. Osservo silenzioso chi ritiene di dover coprire qualsiasi parte del proprio corpo con qualche indumento specifico perchè lo vuole una moda o una religione, avendone uno svantaggio pratico, igienico, climatico. Mi faccio delle corbe enormi di cazzi miei, tuttavia mi domando quale parte del cervello di questa gente è stata prima disattivata e poi riattivata installando un software tarlato.
Inezia bis. Quando andiamo in giro con la bicicletta in estate, mi porto dietro acqua ed una leggera giacca antipioggia. Miriam si porta dietro acqua, giacca antipioggia, un pile con le maniche, un pile senza maniche, un golf di lana, un golf di cotone, due sciarpe, un giubbottino di piuma d’oca, un giaccone imbottito, tre paia di calze di ricambio, un altro golf a maniche corte, i pantaloni della tuta da ginnastica, due anni di numeri di “Taglio & Cucito”, sua madre (solo se sta nello zaino). Stanco di dover girare con tale zavorra, mi sono comperato un secondo zaino marca “American qualchecosa since 1962”, è fatto in Cina e costa la cifra irrisoria di $11.99. E puzza di qualcosa tra la canfora ed il gasolio. Sul traghetto da Manhattan a Governors Island l’odore dello zaino ha iniziato a provocare degli effetti sul mio orientamento, ho iniziato a cercare gli scarponi da sci. Probabilmente la puzza è data da qualche materiale cancerogeno che altrove viene utilizzato per uccidere grandi estensioni di zanzare, o viene fumato.
Ho iniziato ad accorgermi che la mia testa era così grande da non riuscire a grattarmi le orecchie, perchè a pensarci bene io ero Belzebù e volevo organizzare una partita a Badmington tra gli unicorni che vivono a Governors. Ho anche cercato di gettare Miriam fuori bordo, senza riuscirci, poi ho fatto sesso con un estintore a polvere. Tornato a casa, ho infilato lo zaino nella lavatrice condominiale con sapone ed ammorbidente profumato. Il resto della giornata per il mio zaino è trascorso al sole appeso alla maniglia di una porta. La situazione odore è migliorata ma sono sempre convinto di essere Ulisse che rientra dal fine settimana passato a Utica, Long Island.
Ed ora, una foto mediocre.

Manhattanhenge
Ma la seguente foto, rubata da un sito web che si chiama Co.Create è molto meglio.
