Arrivato a New York, ho trovato nella posta i bumper sticker (credo sia una dizione vecchia come me) di Bernie Sanders.

Il cielo mi scampi dal parlare di politica. Però seguo la campagna presidenziale 2016 americana. Sanders mi piace, ho contribuito finanziaramente alla sua campagna con almeno $100, adesso ho i suoi adesivi. Devo ammettere che nei decenni passati mi capitò di osservare in Italia, applicati sui posteriori di auto, adesivi su Bush, Reagan, Clinton. Trovavo la cosa totalmente snob, una sorta di messaggio idiota del tipo “sono figo e non mi degno di raccontarti come ho avuto questi fighissimi adesivi, che tu non avrai mai perchè NON sei figo come me, certo potrai intuire che ho a che fare con gli Stati Uniti d’America“. Ho comunque la tentazione di esporre almeno uno di questi sul retro del furgone ad uso della comunità agricola della Pozzanghera Fangosa M. E’ un gesto che potrebbe alzare il mio tasso di provincialità paesana a valori di guardia. Frega un cazzo.

Regata nelle acque ai piedi della statua della libertà. Ovviamente si parla di barche da qualche milione di dollari ciascuna. La maggioranza degli equipaggi ha uno skipper mangiarane (francese).


Fa un caldo porco. L’isola di calore della citta di New York è alla massima espressione. Mentre sulla costa ci sono 24 gradi perchè il mare e l’Hudson freddi mitigano la calura, più ci si allontana dalle acque e più la temperatura sale, le arie condizionate sparano getti roventi a livello caviglie, ed ecco il risultato qui a fianco, e siamo all’undicesimo piano. A livello strada invece credo si superino i 40 gradi, che sembrano 400; ogni newyorkese possiede un impianto di aria condizionata. Molti genitori al figlio che compie 5 anni regalano un impianto di aria condizionata. Se la temperatura esterna supera i 20 gradi, ciascun abitante ed esercizio commerciale è tenuto ad accendere. Se la temperatura esterna sale sopra i 25, si mette al massimo. Di notte nelle strade meno trafficate del fine settimana, rimbombano i compressori degli impianti di condizionamento. Nei ristoranti c’è, ovviamente, un clima da cella frigorifera. L’aria condizionata viene sparata ad altezza collo a folate prossime alla burrasca ed il wind chill fa il resto. Il tubo digerente è in difficoltà in presenza di queste condizioni climatiche estreme ed il risultato più evidente è la fiera dello stronzo-pongo. So che quest’ultima è una informazione che potrebbe risultare superflua, ma ritengo sia utile a formare la fotografia della situazione.