Riscaldamento globale.

Per una volta il titolo non si riferisce al mio sedere quando mangio cibi piccanti, neppure allude ad altri tipi di riscaldamenti intimi dovuti ad attrito radente o volvente che persone note o non note subiscono in occasione delle proprie manifestazioni affettive. No.

Qualche mese fa il New York Times ha pubblicato un articolo sul Global Warming. E’ un articolo che a me è parso un po’ ambiguo, nel senso che  il NYT è tanto, ma TANTO schierato con il potere ufficioso americano, dunque sebbene riporti il pensiero della comunità scientifica, ha quell’atteggiamento a tratti sorprendentemente superficiale da lasciare intuire che comunque offre volutamente il fianco per chi contesta il Global Warming. Boh, non so, forse mi sbaglio.

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Globale il riscaldamento è.

Comunque sia, ho tradotto l’articolo e lo metto qui. Ho usato Google per la traduzione, poi quasi la metà faceva ridere ed ho ricomposto intere frasi perchè sembravano scritte da Yoda in Star Wars. Anche i sardi parlano così; forse Google translator è fatto da sardi emigrati in USA. Insomma, ho poi volutamente rimodulato infinitesimalmente alcuni passaggi dove maggiormente ho colto alcune affermazioni stranamente superficiali o ambigue, cercando di esplodere meglio il concetto richiamato. Ho letto dei libri sull’argomento, NYT non mi freghi.

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New Yort Times, 28 Novembre 2015 (circa)

Abbiamo messo insieme un elenco di risposte alle domande più frequenti sui cambiamenti climatici.

  1. Quanto si sta scaldando il pianeta ? 3.6 gradi è un valore significativo.

Rispetto al 1880, anno in cui si è iniziato a registrare i dati climatici su scala globale, la Terra si è riscaldata di circa 3.6 gradi Celsius (dato riferito all’Ottobre 2015). Questa cifra è una media che comprende anche la superficie dell’oceano. Non è un dato uniforme; il riscaldamento è maggiore sulla terra ferma, ed è ancora maggiore nell’Artico ed in parti dell’Antartide.

Il valore può sembrare basso ma, come media sulla superficie di un intero pianeta, in realtà è elevato, e spiega il motivo per cui gran parte del ghiaccio del mondo sta cominciando a sciogliersi ed il livello degli oceani è in aumento ad un ritmo accelerato. L’accumulo di calore nella Terra provocato delle emissioni umane è pari a circa il calore che verrebbe rilasciato da 400.000 bombe atomiche di Hiroshima che esplodono in tutto il pianeta, ogni singolo giorno.

Gli scienziati ritengono che la maggior parte, anzi probabilmente tutto il riscaldamento accumulato dal 1950 ad oggi è stato causato dal rilascio di gas serra conseguenza di attività umane. Se le emissioni continuano incontrollate, il riscaldamento globale in ultima analisi potrebbe superare gli 8 gradi Fahrenheit, che trasformerebbero il pianeta e minerebbero la sua capacità di supportare una vasta popolazione umana.

  1. Siamo nei guai ? Per le generazioni future, sono guai grossi.

I rischi sono molto maggiori nel lungo periodo che nel corso dei prossimi decenni, ma si tenga presente che le emissioni che creano tali rischi vengono prodotte adesso. Nel corso dei prossimi 25 o 30 anni, dicono gli scienziati, il clima potrebbe assomigliare a quello di oggi, anche se lentamente sempre più caldo. Le precipitazioni saranno più violente in molte parti del mondo, mentre i periodi tra piogge saranno molto più lunghi e caldi, quindi più secchi. Il numero di uragani e tifoni può effettivamente diminuire, ma quelli che si verificano avranno molta più energia a disposizione da un oceano più caldo e quindi potranno essere più intensi. In media, aumenterà il rischio di inondazioni costiere, che saranno più frequenti e dannose.

Nel lungo termine, se le emissioni continuano ad aumentare senza controllo, i rischi sono profondi. Gli scienziati temono effetti climatici così gravi che potrebbero destabilizzare i governi, produrre ondate di profughi, accelerare la sesta estinzione di massa di piante e animali nella storia della Terra, sciogliere le calotte polari causando la crescita dei livelli dei mari ed inondare la maggior parte delle città costiere nel pianeta.

Tutto questo potrebbe impiegare centinaia o addirittura migliaia di anni per accadere, fornendo plausibilmente un cuscinetto di tempo per prendere provvedimenti, ma non si possono escludere bruschi e repentini cambiamenti, come ad esempio il crollo del settore agricolo che getterebbe la società nel caos molto prima. Sforzi coraggiosi per limitare le emissioni contribuirebbero alla riduzione di questi rischi, o almeno rallentare gli effetti, ma è già troppo tardi per eliminare i rischi del tutto.

  1. C’è qualcosa che posso fare? Volare meno, utilizzare meno l’automobile, sprecare meno.

È possibile ridurre la propria impronta di carbonio in molti modi semplici, e la maggior parte di loro permette di risparmiare. È possibile aumentare l’isolamento termico in casa per risparmiare energia, installare un termostato per la temperatura intelligente, passare alle lampadine più efficienti, spegnere le luci in ogni stanza in cui non sono in uso, guidare meno l’auto o dividerla con amici per andare al lavoro, o prendere i mezzi pubblici, produrre meno rifiuti, mangiare meno carne.

Alla fine, però, gli esperti non credono che la trasformazione necessaria nel sistema energetico possa avvenire senza forti politiche nazionali. Quindi, sono i cittadini che, esercitando i propri diritti, possono far sentire la propria voce per forzare il cambiamento delle politiche energetiche.

  1. Qual è lo scenario ottimistico? Dovrebbero accadere alcune cose difficili a credere.

Nel migliore scenario che gli scienziati possono immaginare, la Terra risulta essere meno sensibile ai gas ad effetto serra rispetto a quanto attualmente creduto. Le piante e gli animali riescono ad adattarsi ai cambiamenti che sono già diventati inevitabili; la società umana sviluppa una maggiore volontà politica di portare le emissioni sotto controllo. Auspicate innovazioni tecnologiche aiutano la società umana sia nel limitare le emissioni e sia nell’adattarsi al cambiamento climatico.

Gli scienziati però dicono che le probabilità che questi elementi si verifichino lungo la strada non sono molto alte, purtroppo. La Terra potrebbe facilmente rivelarsi più sensibile ai gas serra che meno. Il riscaldamento globale sembra già essere la causa del caos in alcune parti del mondo, caos che sembra destinato ad aumentare, non a diminuire. Quindi, a parere degli esperti, far conto su uno scenario roseo senza alcun piano vero e proprio sarebbe pericoloso. La scienza ritiene che l’unico modo per limitare i rischi è quello di limitare le emissioni.

  1. Ridurre la carne nella mia dieta può aiutare il clima? Sì, limitando la carne di manzo in particolare.

Tutta l’agricoltura produce gas serra che riscaldano il pianeta, ma la produzione di carne è particolarmente dannosa. La carne di manzo è tra tutte le carni, quella più dannosa per l’ambiente. Alcuni metodi di produzione di bestiame richiedono enormi superfici di terra, contribuendo alla distruzione delle foreste; gli alberi che vengono tagliati per far posto agli allevamenti vengono bruciati, liberando anidride carbonica nell’atmosfera. Altri metodi su superfici più limitate richiedono enormi quantità di acqua e fertilizzanti per coltivare cibo per nutrire gli stessi bovini.

Le mucche stesse producono emissioni di metano, un potente gas a effetto serra che causa il riscaldamento a breve termine. Il consumo di carne è in aumento in tutto il mondo come cresce la popolazione, lo sviluppo economico rende le persone più ricche e meglio in grado di permettersi la carne.

Questo è preoccupante: studi mostrano che se il mondo intero dovesse iniziare a mangiare carne di manzo al tasso degli americani, manzo allevato con i metodi tipicamente utilizzati negli Stati Uniti, questo da solo potrebbe cancellare ogni possibilità di rimanere al di sotto dei limiti di emissioni concordate a livello internazionale per combattere il riscaldamento globale. La produzione di carne di maiale crea emissioni leggermente inferiori rispetto alla produzione di carni bovine, mentre il pollo è ancora più basso. Quindi, ridurre il consumo di carne o passare dal manzo e maiale al pollo, sono entrambi soluzioni nella giusta direzione. Naturalmente, come nel caso di qualsiasi tipo di cambiamento comportamentale attivato allo scopo di avere un beneficio globale, gli effetti positivi ci saranno solo se moltissime persone modificano il loro comportamento e, in questo caso, la loro dieta.

  1. Qual è la peggiore delle ipotesi? Ce ne sono diverse.

In realtà è difficile delineare lo scenario peggiore; questo è uno dei motivi per cui gli scienziati stanno spingendo affinché vengano tagliate le emissioni fin da subito; si vuole limitare anche e solo la possibilità che si vada incontro a qualsiasi scenario peggiore.

Forse la più grande paura è il crollo della produzione alimentare, accompagnato da crescenti prezzi e carestie di massa. Anche con la crescita delle emissioni senza controllo, non è chiaro come sarebbe lo scenario delle risorse alimentari planetarie, gli agricoltori sono in grado solo parzialmente di adeguare le loro colture e le tecniche di coltivazione in qualche modo, adattandosi ai cambiamenti climatici. Un’altra paura è la possibile disintegrazione delle calotte polari, con la conseguenza di una repentina crescita del livello dei mari, che costringerebbe la gente ad abbandonare molte delle grandi città del mondo e che comporterebbe la perdita di migliaia di miliardi di dollari di immobili e altre attività. Gli scienziati si preoccupano anche di altri scenari più specifici, come i monsoni asiatici la cui frequenza diventerebbe meno regolare. Miliardi di persone dipendono dai monsoni per avere acqua per le colture, eventuali interruzioni nel ciclo dei monsoni potrebbero essere catastrofici.

  1. Sarà una svolta tecnologia ad aiutarci? Bill Gates dice di non contare su qualche invenzione, a meno che non vengano destinate alla ricerca immense risorse economiche.

Sempre più aziende, governi e ricercatori si dedicano al problema e le probabilità di grandi progressi tecnologici stanno lentamente crescendo. Ma anche molti esperti che sono ottimisti circa le invocate soluzioni tecnologiche, avvertono che gli sforzi attuali non sono sufficienti. La spesa per la ricerca energetica di base, sostengono, è solo un dodicesimo del livello che servirebbe. E la spesa pubblica per la ricerca nel campo agricolo è rimasta ferma anche se il cambiamento climatico pone rischi crescenti per l’approvvigionamento di cibo. Persone come Bill Gates hanno dichiarato che incrociare le dita e sperare in miracoli tecnologici non è una strategia – per aumentare la probabilità che il miracolo tecnologico accada, dobbiamo spendere.

  1. Quanto salirà il livello dei mari? La vera questione non è l’altezza, ma la velocità.

L’oceano sale naturalmente di circa 35 centimetri in un secolo. Questo provoca effetti sulle coste, impegnando i governi ed i proprietari di immobili a prevedere un futuro costo di decine di miliardi di dollari per combattere l’erosione. Se si rimanesse con questo incremento naturale gli esperti affermano che il problema sarebbe gestibile.

Il rischio però è che il tasso di crescita accelererà notevolmente. Se le emissioni continuano senza controllo, la temperatura sulla superficie della Terra potrebbe presto assomigliare ad un epoca passata chiamato il Pliocene, quando una grande quantità di ghiaccio si sciolse e l’oceano aumentò di qualcosa come 26 metri rispetto ad oggi. Un recente studio ha rilevato che se bruciassimo tutti i combustibili fossili sotto terra, le calotte polari si scioglierebbero completamente, l’innalzamento del livello del mare sarebbe di oltre 53 metri.

Detto ciò, la questione cruciale non è probabilmente di quanto gli oceani stanno salendo, ma quanto velocemente. E, su questo punto, gli scienziati sono praticamente al buio. La loro migliore fonte di informazioni proviene dallo studio della storia della Terra. In passato ci sono stati aumenti pari a 35 centimetri in un decennio, valore che probabilmente può essere pensato come la peggiore delle ipotesi. Un tasso di incremento nemmeno pari alla metà, costringerebbe la rapida ritirata dalle coste e, alcuni esperti pensano, gettare la società umana in crisi. Anche se l’aumento è molto più lento, molte delle grandi città del mondo alla fine verranno inondate. Gli studi suggeriscono che i grandi tagli alle emissioni potrebbero rallentare la crescita, garantendo forse il tempo alla società umana di adattarsi ad una costa in trasformazione.

  1. Queste sono previsioni affidabili? Non sono perfette, ma sono radicate nella solida scienza.

L’idea che la Terra è sensibile ai gas serra è confermata da molte linee di evidenza scientifica. Per esempio, la fisica di base indica da oltre 100 anni che l’anidride carbonica intrappola il calore ed è stata verificata in migliaia di esperimenti di laboratorio.

La scienza del clima contiene incertezze, naturalmente. L’elemento più incerto è la misura in cui il grado di riscaldamento globale scatena effetti a catena. Ad esempio, la fusione del ghiaccio marino sulle superfici continentali comporta un maggior assorbimento di calore da parte del suolo restato scoperto, aumentando la temperatura dell’aria e causando di conseguenza la fusione di altro ghiaccio, e così via. Non è chiaro esattamente quanto i feedback intensificheranno il riscaldamento; alcuni di loro potrebbero anche parzialmente venir compensati. Questa incertezza significa che le previsioni fatte a computer possono dare solo una gamma di possibilità sul futuro del nostro clima, non previsioni assolute.

Ma anche se non ci fossero tali previsioni proposte dai modelli sui computer, una quantità enorme di prove suggerisce che gli scienziati hanno ragione. La prova più importante deriva dallo studio delle condizioni climatiche passate, un campo conosciuto con il nome di paleoclimatologia. La quantità di anidride carbonica nell’aria ha oscillato in passato. Ogni volta che la CO2 sale, la Terra si riscalda, il ghiaccio fonde, l’oceano aumenta. Un centinaio di chilometri al largo della costa est degli Stati Uniti, il fondale è coperto di conchiglie che abitavano le spiagge di tre milioni di anni fa, un batter d’occhio nel tempo geologico. Queste condizioni passate non sono però una guida perfetta per il futuro, perché gli esseri umani stanno pompando anidride carbonica nell’aria molto più velocemente di quanto la natura abbia mai fatto.

  1. Perché la gente mette in dubbio i cambiamenti climatici? Suggerimento: l’ideologia.

La maggior parte degli attacchi contro la scienza del clima sono provenienti da estremisti liberali o estremisti conservatori che non amano le politiche proposte per combattere il riscaldamento globale. Invece di negoziare cercando di rendere le politiche energetiche più soggette ai principi del libero mercato, hanno preferito il tentativo di bloccarli a prescindere, mettendo in discussione i fondamentali della scienza.

Questa posizione ideologica è stata foraggiata dal denaro proveniente dai grossi gruppi industriali e finanziari legati alla estrazione e lavorazione di combustibili fossili. Questi hanno pagato per creare organizzazioni, fare conferenze e propaganda. Gli argomenti scientifici utilizzati da questi gruppi di solito comportano dati filtrati artatamente, come ad esempio il sistema di concentrare l’attenzione su dati a breve termine, dati delle temperature o della estensione dei ghiacci, che possono brevemente oscillare in modo naturale dando l’impressione di trend migliorativi, ma ignorando completamente le tendenze a lungo termine, inequivocabili nella loro direzione.

La versione più estrema del negazionismo climatico è quello di affermare che gli scienziati sono impegnati in una bufala in tutto il mondo per ingannare l’opinione pubblica in modo che i governi possano ottenere un maggiore controllo sulla vita delle persone. Al crescere della attenzione e tensione del pubblico su questi temi, molte compagnie petrolifere e del carbone hanno cominciato a prendere le distanze pubblicamente dal negazionismo climatico, ma altre invece stanno ancora contribuendo a finanziare le campagne dei politici che sposano tali opinioni.

  1. Il tempo impazzito è legato ai cambiamenti climatici? In alcuni casi, si.

Gli scienziati hanno pubblicato le prove evidenti che il riscaldamento climatico sta facendo diventare le ondate di calore più frequenti ed intense. Sta anche causando piogge più violente e inondazioni costiere sempre maggiori, perché il livello dei mari sta salendo a causa delle emissioni umane. Il riscaldamento globale ha aggravato la siccità in regioni come il Medio Oriente, e potrebbe aver aggravato la siccità in California.

In molti altri casi, è vero, il collegamento al riscaldamento globale per particolari tendenze è incerto o contestato. Questo è dovuto in parte alla mancanza di buoni dati meteo storici. Non ultimo, mentre il clima sta cambiando, la percezione della gente può cambiare velocemente. Internet ha reso tutti più consapevoli dei disastri causati dal maltempo anche in luoghi lontani. Sui social media, le persone hanno la tendenza ad attribuire qualsiasi disastro ai cambiamenti climatici, ed in molti casi non vi è alcun supporto scientifico per farlo. Ma in definitiva è anche scientificamente chiaro come alcuni tipi di eventi locali sono influenzati dal clima che cambia.

  1. Qualcuno beneficerà del riscaldamento globale? In un certo modo, sì.

I paesi con vasti entroterra ancora inabitabili per il gelo, tra cui il Canada e la Russia, potrebbero vedere alcuni benefici economici; il riscaldamento globale renderebbe possibile in quei luoghi sia l’agricoltura che l’estrazione mineraria.

Forse non è un caso che i russi sono sempre stati riluttanti ad assumere impegni climatici ambiziosi, e il presidente Vladimir V. Putin ha pubblicamente messo in dubbio l’esistenza del cambiamento climatico.

Tuttavia, entrambi i paesi potrebbero subire enormi danni alle loro risorse naturali; crescenti incendi in Russia sono già distruggendo milioni di acri di foreste all’anno. Adattare la tundra ad ospitare la coltivazione di cereali potrebbe richiedere decenni dopo che il ghiaccio ed il permafrost sono spariti. Inoltre, alcuni esperti ritengono che paesi che forse oggi si vedono come probabili futuri beneficiati grazie al riscaldamento globale, cambieranno opinione una volta che verranno sommersi da milioni di profughi provenienti da terre meno fortunate.

  1. C’è qualche motivo di speranza? Se si condivide questo con 50 amici, forse.

Gli scienziati hanno avvisato fin dal 1980 che sarebbero state necessarie politiche forti per limitare le emissioni. Questi avvertimenti sono stati ignorati, le concentrazioni sono aumentate in modo tale che oggi è già tardi per tornare indietro.

Ma dopo 40 anni di diplomazia in gran parte inutile, i governi del mondo stanno finalmente iniziando a prendere sul serio il problema. Un accordo raggiunto a Parigi nel dicembre impegna quasi tutti i paesi a qualche tipo di azione. I leader religiosi come il Papa Francesco stanno parlando apertamente della questione ambientale. Le tecnologie a basse emissioni, come le auto elettriche, stanno migliorando. Aziende leader stanno facendo promesse coraggiose per passare alle energie rinnovabili e fermare la distruzione delle foreste. In tutto il mondo, molti stati e città stanno impegnandosi a andare ben oltre gli obiettivi fissati dai rispettivi governi nazionali.

Ciò che ancora in gran parte manca in tutto questo è la voce dei cittadini comuni. I politici hanno difficoltà a pensare al di là delle prossime elezioni, tendono ad affrontare i problemi difficili solo quando il pubblico si alza e lo richiede.

  1. L’agricoltura influenza il cambiamento climatico? Il contributo in emissioni è grande, ma ci sono segni di miglioramento.

Le pressioni sull’ambiente causate dall’agricoltura globale sono davvero enormi.

La domanda di cibo è in aumento, in gran parte a causa della crescita della popolazione umana e l’aumento dei redditi che interessano milioni di persone, precedentemente a basso reddito ma che oggi possono permettersi diete più ricche. La domanda globale di foraggi per alimentare la produzione di carne per esempio, ha portato la distruzione di enormi superfici di foresta pluviale amazzonica.

Si stanno compiendo sforzi per affrontare i problemi. Il più grande successo è stato senza dubbio in Brasile, che ha adottato una forma severa di controllo tagliando la deforestazione in Amazzonia dell’80 per cento in un decennio. Ma i risultati raggiunti sono fragili, e gravi problemi continuano in altre parti del mondo, come quelli relativi alla foresta Indonesiana.

Decine di aziende e organizzazioni, tra cui i principali produttori di prodotti di consumo, hanno firmato una dichiarazione a New York nel 2014 impegnandosi a ridurre l’utilizzo di prodotti che comportano la deforestazione della metà entro il 2020, e del 100% entro il 2030. Molti esperti in occasione dei colloqui sul clima di Parigi alla fine del 2015, considerato l’impegno ambizioso ma possibile. Ma è fondamentale che i consumatori sostengano questo impegno, mantenendo la pressione sulle imprese da cui acquistano prodotti, dal sapone al gelato.

  1. Il livello dei mari crescerà in modo uniforme ?

Molte persone immaginano l’oceano come una vasca da bagno. In realtà, nel mare le cose vanno in modo diverso. Forti venti e altri fattori possono causare un maggiore accumulo di acqua in alcuni punti, e per contro, un minore accumulo in altri.

Inoltre, le enormi coltri di ghiaccio in Groenlandia e in Antartide esercitano una forza gravitazionale sul mare, attirando acqua verso di loro. Come si sciolgono, il livello del mare nelle loro vicinanze scenderà e l’acqua verrà ridistribuita in aree lontane.

Come l’oceano in crescita influenzerà particolari parti del mondo dipenderà da quale ghiaccio si scioglierà più velocemente, ma anche da come cambieranno i venti e le correnti, come cambieranno tutti gli altri fattori correlati. Non ultimo, alcune zone costiere stanno affondando, aggiungendo un ulteriore fattore di rischio.

  1. Il concetto di gas serra è riferito solo al carbonio ? Ecco un rapido approfondimento.

Le emissioni di carbonio prodotti da attività umane sono spesso chiamati “gas serra” un po’ affrettatamente. Molti altri gas di fatto intrappolano il calore vicino alla superficie della Terra, e molte attività umane provocano il rilascio in atmosfera anche di tali gas.

Di gran lunga il più grande fattore che causa il riscaldamento globale è l’utilizzo di combustibili fossili per l’energia elettrica e per il trasporto. Questo processo prende carbonio che è stato sottoterra per milioni di anni e lo sposta in atmosfera come anidride carbonica, dove influenzerà il clima per molti secoli nel futuro. Il metano, ad esempio, è ancora più potente ad intrappolare il calore del biossido di carbonio, ma si scompone più velocemente. Il metano viene da paludi, dal decadimento di cibo nelle discariche, dai bovini e dalla produzione di latte, dalle perdite da pozzi di gas naturale e degli oleodotti.

Mentre le emissioni di combustibili fossili sono il problema principale, un altro importante creatore delle emissioni è la distruzione delle foreste, in particolare ai tropici. Miliardi di tonnellate di carbonio sono memorizzati in alberi, e quando le foreste vengono abbattute, gran parte della vegetazione viene bruciata, il carbonio del legno si disperde in aria come anidride carbonica.

Quando si parla su tasse di carbonio (carbon Tax), commercio del carbonio e così via, ci si riferisce a metodi volti a limitare le emissioni a effetto serra rendendo le emissioni più costose a chi le produce, in modo che come risultato finale, persone ed aziende sono incoraggiate a risparmiare carburante, o meglio combustibili fossili.

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