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Un cetriolone rassicurante e famigliare come le mutande dopo 100 lavaggi: l’aeroporto-internazionale-cristoforo-colombo-di-genova è sempre gestito dalla coopertiva bocciofila delle Chiappe, o almeno questo è lo stile. No, sono ingeneroso: le bocciofile girano come degli orologi e non hanno l’aspetto così sciatto, squallido, dimenticato da stazione di provincia anni 60, ovvero lo stanzone dove ti consegnano le valige. Fosse almeno tenuto pulito ed ordinato come l’aeroporto di Olbia, non chiedo mica che venga affidato agli inglesi come quello di Napoli. Che poi gli inglesi non credano che dopo essersi abituati alla delinquenza organizzata partenopea vengono qui e fanno quello che cazzo vogliono. Noi abbiamo il maniman che non perfori neppure con il tritolo. Get the fuck out of here.
Parole al vento, temo anche già scritte. La foto della Pfm nella nebbia serale mi rinfranca anche se ci dev’essere una bega con lo schermo del mio pc. Se la guardo abbassandomi sulla scrivania diventa nera, se allungo il collo verso l’alto diventa più chiara e sovraesposta. Forse è in realtà un problema di circolazione nel mio collo, o di afflusso di sangue al nervo oculare. Il sangue, dopo aver abbandonato o quasi i corpi cavernosi, adesso mi abbandona anche gli occhi. Comunque la Mobotix è programmata male. Dovrei chiedere agli specialisti di rifare la configurazione perchè la foto in certe ore è troppo rumorosa. Ci penserò.
Infine, per la serie annotazioni inutilissime (cioè più inutili della media già moderatamente inutile) annoto che questa sera dovrò indurre il mio sonno chimicamente. Sull’aereo transoceanico ho dormito poco e male, colpa del mal di testa.

Tutto, ma proprio TUTTO.