Gatti polidattili.

iloveNYDovevo trovarne uno per caso per scoprire che esistono gatti con 6 dita per zampa. E che non sono dei soggetti mutanti che tendono a diventare zombie ed a nutrirsi di carne umana, prima di esplodere.

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Ho inseguito e fotografato un esemplare perchè aveva le zampe strane, poi ho guardato su Wikipedia ed ho letto che Hemingway era uno stimatore di questi felini e ne aveva una sessantina in casa.

Oggi la sua casa è un museo e li vivono ancora i gatti polidattili delle generazioni successive a quelle dei tempi di Hemingway. In effetti ero proprio li. Sullo sfondo la piscina di Hemingway.

Sticazzi e il mare.

 

 

 

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Sei dita, di cui 5 in bella evidenza, la sesta è nella parte posteriore della zampa.

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Tutto questo accrescimento culturale così repentino è dovuto alle temperature polari di NY qualche giorno fa. Per inciso, il sud ovest degli USA sta lentamente morendo per la siccità più grave registrata a memoria di uomo. Però non amano parlarne perchè sono a maggioranza repubblicani integralisti religiosi e pertanto la volontà di Dio non si mette in discussione. E poi perchè sono produttori di petrolio ed utilizzatori esasperati di aria condizionata, dunque parlarne potrebbe stimolare la mente a riflettere sul risparmio energetico. Non so il loro Dio cosa pensa del risparmio energetico; forse essendo fermo alla creazione, avvenuta 10.000 anni fa, non è molto aggiornato.

Comunque vada, nel frattempo nel nord e nel nord est si gela dal freddo.

Allora ho preso un aereo: con tre ore di volo si cambia musica. Venticinquesimo parallelo, Key West, c’ero stato nel 1983 ma ero depressissimo e non mi era parso un granchè. Invece è proprio un posto particolare. Una delle tradizioni consolidate è affollare la parte a ovest dell’isola principale e riempire i bar sui moli dove si può festeggiare il sole che tramonta nell’acqua riempendosi di Margarita o birra o vino.

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In alternativa ci si imbarca su barche di vario tipo e si festeggia il tramonto ondeggiando sul calmo mare di confine tra Atlantico e Golfo del Messico.

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Dopo il tramonto si va nel centro in uno degli innumerevoli locali. La cosa che mi ha colpito è che in genere – se non ricordo male – ci sono le località turistiche piene di ragazzi e di gnocca di età compresa tra i 18 ed i 30 anni dove uno come me si sente obsoleto e fuori luogo con una moderata sopraproduzione di saliva. Un amico di mio padre soleva dire “se le piace mollo la faccio impazzire”. Ecco, appunto. Conosco qualche cinquentenne che ha perso la testa per una tipa che potrebbe essere la nipote, ma questi sono casi specifici. Poi ci sono i posti da famiglie con bambini chiassosi al seguito, stipati nel passeggino oppure a piede libero che lasciano una scia di gelato e patatine dove passano. Anche in presenza di troppi di questi nuclei mi sento capitato per sbaglio. Poi ci sono i posti per gruppi di persone di una certa età (ossia dai 50 in su). Ormai io appartengo a questa categoria. Apprezzo la calma ed il silenzio che in genere caratterizza questo gruppo. A Key West però convivono porta a porta locali di diverso tipo per ogni tipologia di quelle sopra descritte. Musica dal vivo dal rock al country al pop al Irish Folk al pianista serio e melanconico al Jazz. Per la strada ci sono pertanto commisti senza distinzione famiglie con bambini, adolescenti che profumano di Abercrombie, anzianotti. Nella via principale di Key West c’è anche un locale Drag Queen Con il karaoke trans e due omaccioni vestiti da donna stile Baistrocchi che sul marciapiede ti invitano ad entrare e scherzano con i passanti senza alcun tipo di imbarazzo da parte di alcuno. C’è anche un bordello. Letteralmente. Ci sono i cartelli che invece del menu indicano le prestazioni fornite. Ci sono due providers sul dehors ma devo dire che non sono molto promozionali. Insomma, i gusti sono gusti.

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E poi una moltitudine di gallerie d’arte con quadri, sculture ed altra roba di vario tipo e negozi che vendono chincaglierie. Ecco, questa è una chincaglieria di un artista che salda insieme pezzi di minuteria metallica e produce cose come questa alla quale non ho potuto resistere. Mi è costato $30 più le tasse che in Florida sono più basse che a New York, dunque ho fatto un affare.

 

 

Ed ho anche acquistato una maglietta emblematica; è una cosa dei miei tempi che solo chi ha una cinquantina di anni può comprendere. Un finissimo doppio senso relativo ad una pubblicità degli anni 70 o forse 80.

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Ora basta però; questa non è una cazzo di guida turistica.

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2 Responses to Gatti polidattili.

  1. Mig1 says:

    Io ho un padre polidattilo. Non è un gatto, ma conta! Fino a 11, con due mani.

    • admin says:

      Ti sei mai chiesto perchè anche in pieno inverno c’è gente che va in giro con le infradito ? E’ per contare vino a 20.

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