Tra bronchiti interminabili, visite mediche, cellulari che si surriscaldano e smettono di funzionare, chiavi dimenticate, casa invasa da cimici che mordono e clima insopportabile, ci siamo lamentati un bel po’ per una decina di giorni.

Fino a ieri, quando ci viene detto che una cara amica se n’è andata. Adesso abbiamo altri pensieri in testa. Ce la ricordiamo come compagna ideale di tante vacanze passate insieme. Gioiosa, spiritosa, cordiale.

Poi è successo qualcosa; ha iniziato a cambiare, ad isolarsi. Ha cancellato il proprio matrimonio, le vacanze, gli amici, è andata a vivere in un’altra regione. Ha tenacemente scelto di esiliarsi e di rispondere al telefono raramente. Di non farsi vedere e trovare.

E ciò nonostante, adesso credo che in molti di noi amici ci si senta in qualche modo colpevoli di non aver provato in tutti i modi e con tutti i mezzi di impedirle di terminare la propria vita due volte, la prima in forma virtuale, la seconda in maniera definitiva. Io oziosamente pensavo che, lontana da Genova, avesse raggiunto una sorta di equilibrio, di tranquillità. Sospetto di aver continuato a mentire a me stesso. Infatti, evidentemente, non era proprio come credevo.

Forse non sarebbe servito a nulla, ma abbiamo comunque gettato la spugna troppo presto, forse bisognava rispondere alla sua tenacia con altrettanta determinazione.

Colori originali di una mattina con il sorgere del sole sotto l’incus di un temporale che nel suo movimento verso est si è dissolto qualche decina di km da Basaluzzo.

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