I tagli proseguono.

Olmi, specie arbicola a rischio estinzione ? Non lo so, ma qui si continuano ad ammalare con regolarità e la loro popolazione decresce costantemente. Sembrano sanissimi, un giorno noti alcuni rami secchi generalmente in punta, dopo 10 giorni l’albero è completamente secco. Ho già raccontato questa storia ogni volta che devo tagliare un Olmo. E poi quando lo tagli vedi il fungo nero che ha invaso il tronco, probabilmente inizia nel midollo centrale e poi si allarga nel legno verso la corteccia. Ad un certo punto l’albero non ce la fa più ed inizia a seccare.

Purtroppo il bosco che in questo momento sta scomparendo, composto in buona parte da Olmi, è sul versante della collina a SUD- SUD OVEST e devo cercare di rimpiazzare le piante tagliate con alberi che spero crescano e riempano i buchi, ma l’esposizione è orrenda e gli alberi fanno una fatica boia ad attecchire. Che palle.

Ho perso troppi alberi perchè la corteccia esposta a sud è seccata. Ho elaborato una teoria non supportata da alcuna nozione scientifica o didattica, fa parte del mio modestissimo bagaglio di tentativi campati per aria di far durare gli alberi messi a dimora con tanta fatica. Se copro il tronco per i primi due periodi estivi con dei sacchi di iuta, la pianta ha più possibilità di sopravvivere. In dettaglio, queste piante hanno poche radici rispetto alla chioma, ma hanno vissuto per anni in un vaso super irrigato. Adesso nel terreno le radici si scordano così tanta acqua, anche le innaffiature frequenti non riproducono le condizioni in vaso dal vivaio, dunque la linfa non riesce più a salire abbondante ed il tronco si asciuga dal lato del sole.

Sono stracerto di aver scritto le stesse cose e messo una foto identica dell’albero che c’era prima di questo, mezzo morto ed ora spostato in una zona ombrosa del vicino bosco.

Ogni tanto la webcam di Brignole regala foto suggestive come questa.

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4 Responses to I tagli proseguono.

  1. Matilde says:

    Ciao Stefano, secondo la mia esperienza non è questione di linfa ma di esposizione improvvisa del tronco al sole. In vivaio le piante sono una vicina all’altra e si ombreggiano i tronchi a vicenda: io ho un tiglio messo a dimora da diversi anni, con irrigazione abbondante e il tronco si è cotto proprio dove picchia il sole al pomeriggio al di sotto dell’ombreggiamento del fogliame…la scorsa settimana l’ho nuovamente rifasciato con la iuta come hai fatto tu!!!!!!!

    • admin says:

      Certo, il tronco si secca per l’esposizione al sole, troppo violento ed improvviso. Metti le due cose insieme, la pianta in vivaio si abitua all’ombra ed all’innaffiamento automatico in vaso, condizioni ideali. Un bel giorno si trova in un prato in pieno sole e con meno acqua sempre a disposizione. Per le piante che ho perso so bene di non averle irrigate abbastanza, le foglie chiamano linfa dalle radici che sono quelle di un vaso, dunque insufficienti a fornire il fabbisogno in condizioni normali, la pianta va in sofferenza e la parte della corteccia esposta a sud si scalda troppo e finisce per seccarsi. Se la bruciatura non è troppo estesa ed il problema non persiste per troppo tempo, la pianta perde dei rami ma sopravvive, altrimenti va avanti a stento e poi inevitabilmente secca l’estate successiva. E non provare a contraddirmi perche io ho sempre e solo ragione.

  2. Anonymous says:

    Sembra lo stesso fungo che nella Granda ha attaccato pini, robinie, magnolie e, appunto, olmi. A Cuneo ne hanno dovuto tagliare centinaia, e anche nel mio giardino ho dovuto con grande dolore abbattere 4 grandi pini. A quanto mi han spiegato i vivaisti, il fungo è nel terreno, quindi bisogna mettere piante immuni a quello. Li ho quindi sostituiti con liquidambar, carpini e aceri, sperando in bene

    • admin says:

      Io posso vantare una ipotesi più articolata rispetto a quella che hanno i tuoi vivaisti, l’ho letta da qualche parte. Sarebbe un insetto che trasmette il fungo. Vola di pianta in pianta per mangiucchiare qualche foglia ed attacca il fungo che poi scende fino alle redici ed a quel punto si trasmette anche da radice a radice di Olmi diversi. Mi sembra un po’ fantasiosa, ma resta il fatto che proprio ieri ho tagliato un Olmo che è lontano decine di metri dagli Olmi più vicini, in mezzo c’è una casa intera, ed è anche isolato da altre piante. Dunque mi sembra improbabile che si sia trasmesso per via radicale, a meno che le spore del fungo si trasmettano per via aerea, come il COVID, atterrano ovunque spinte dal vento e si diffondono nel terreno. Qui però sembra colpire solo gli Olmi. Ogni tanto mi muoiono delle Robinie, ma attribuisco il decesso alle gelate tardive, infati il tronco non presenta segni di malattia.
      Boh ?

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