
Oggi tanta pioggia, una trentina di millimetri che nella moneta locale sono 2 pollici e qualcosa. Si tratta di una ex tempesta tropicale che si é formata nel golfo del Messico ed é risalita fino a qui. Mi sembra si chiamasse Sora. Tra poco passa.
Qui accendono i caloriferi secondo una regola che copio ed incollo dal sito ufficiale del comune di New York.
Building owners are legally required to provide heat and hot water to their tenants. Hot water must be provided 365 days per year at a constant minimum temperature of 120 degrees Fahrenheit (49 gradi Celsius). Heat must be provided between October 1st and May 31st, i.e. “Heat Season,” under the following conditions:
Day
Between the hours of 6:00am and 10:00pm, if the outside temperature falls below 55 degrees (13 gradi Celsius), the inside temperature is required to be at least 68 degrees Fahrenheit (20 gradi celsius).
Night
Between the hours of 10:00pm and 6:00am, the inside temperature is required to be at least 62 degrees Fahrenheit (16,7 gradi Celsius).
E’ una regola che mi sembra studiata apposta dai proprietari di casa. Ossia nel periodo invernale di notte, il padrone di casa deve tenere l’inquilino a non meno di 16,7 gradi. Insomma, Miriam morirebbe.
Ora, la temperatura adesso a New York é di circa 15 gradi, dunque il riscaldamento deve essere tenuto spento. In casa abbiamo 21 gradi e Miriam si lamenta perché ha freddo. Sono andato a comperare una stufetta in un negozio che vende di tutto a 5 minuti a piedi. Diluviava e mi é entrata l’acqua in una tasca della giacca, il telefono é andato a bagno e come conseguenza il tasto della suoneria percepiva delle pressioni che io non esercitavo mentre il tasto di spegnimento non sentiva alcun tipo di pressione. L’ho asciugato con la nuova stufetta marca Pelonis (giuro). Ora il telefono funziona a meno che questa notte, in quanto telefono cinese, non si metta a chiamare numeri cinesi a caso per malinconia con una spesa di diverse migliaia di dollari in poche ore.
Un accenno alla memoria scadente ed altri collaterali. Come speravo, senza peró contarci troppo, avevo salvato la password della webcam di Brignole sul computer di New York. Cosí quando torneró a Genova saró in grado di regolare il settaggio. Mi sono mandato e-mail, scritto foglietti, pensavo di farmi tatuare la nuova password su una mano, vediamo se anche questa volta rimango bloccato perché ho saltato qualche gradino della sequenza e resto come un cretino a fissare la finestrella che mi dice “invalid password”.
Non è una questione di età.
E’ essere svaniti. Io da sempre sono un cliente affezionato dei vari servizi “lost password”, “request new password”, “forgot password”, “brutta belina ti sei di nuovo dimenticato la password”.
Così, essendo altamente prevedibile, ho pensato a una specie di algoritmo per fare in modo che in 4 o 5 tentativi azzecco cmq la pwd…e devo dire che funziona, restando cmq una pwd abbastanza sicura!
Buon lunedi!
Anch’io uso un algoritmo. Se dimenticassi quello… non ci voglio pensare.