Rapacam riattivata.

Chiedo scusa (a chi poi, boh ?) ma riconosco di aver atteso troppo tempo, ossia mi sono fatto mangiare il belino dalle mosche prima di decidermi e verificare la natura del guasto che ha bloccato la webcam per più di un mese.

Come intelligentemente sospettavo – la mia intelligenza è inespressa – gli spinotti maschio & femmina del cavo di rete erano ossidati. Sono durati stoicamente per diversi anni, esposti al salino ed alle intemperie. Questa è la foto dello spinotto maschio. E’ talmente malconcio che l’ho messo su E-bay spacciandolo per un autentico reperto del Titanic. Ma sono stato scoperto perchè, ovviamente, ai tempi non c’erano i cavi di rete. Internet è pieno di sapientoni che sanno tutto di tutto. Ad ogni buon conto, la missione è compiuta, il mondo intero può nuovamente godere delle immagini esclusive del golfo di Portofino, che forse si chiama golfo di Rapallo, golfo del Tigullio o Golfo dei Nesci.

Ed ora una profondissima considerazione emotiva. Per raggiungere la webcam arrivando dall’Autostrada bisogna attraversare Rapallo e dopo percorrere un tratto della Aurelia in direzione Zoagli. Ho passato tutte le estati fino a vent’anni in quel luogo, ho percorso quel tratto di strada un infinito numero di volte durante la mia adolescenza. Oggi il clima era piovoso e tipicamente da fuori stagione, ma è cambiato molto poco nel corso dei decenni, era tutto dannatamente famigliare. Invece di percorrere quella strada, tra quelle case e quei luoghi, vestito in maglietta e costume a bordo di un motorino leggermente elaborato, leggiadro ed inconsapevole nei miei 16 anni, oggi ero a bordo di una autovettura, vestito semi-ufficio con il peso dei miei quasi 60 anni ed una enormità di ammonizioni ed errori. Questo lampo di consapevolezza ha sicuramente stimolato chissà quale sistema interconnesso di banchi neuronali del cazzo, fatto sta che ho avuto la sensazione specifica, pelosa e tutt’altro che gradevole che quelle case, i negozi, gli alberi, il bar dove andavo a comprare il gelato, tutti mi stessero osservando chiedendomi “A 16 anni avevi una vita davanti. Adesso però sei anzianotto e ti chiediamo di fare il bilancio di quello che hai combinato negli anni trascorsi, vediamo un po’ cos’hai combinato”. La richiesta non è di quelle che attendono invano o a lungo una risposta. Anche perchè ho avuto la certezza che, arrivato di fronte al Bar Aurelia, anche le pietre sapessero la risposta. Una bozza di risposta si è palesata immediatamente al mio IO stronzo inconscio, ossia “quasi un cazzo”. Oppure “il minimo di cazzo sindacale” che vuol dire di entrare a pieni voti nella categoria degli ignavi, con un buon piazzamento.

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