Nord Vs. Sud.

Attenzione; luoghi comunissimi in arrivo.

Tre giorni in Svizzera, dove intrattengo un rapporto fiscalmente indeducibile con una forma di reclette detenuta illegalmente da 45 anni. Ogni tanto scappo oltre frontiera e la vado a trovare. Miriam non sa nulla. Sulle Alpi tutto è verdissimo, pulitissimo, ordinatissimo, gentilissimo. Ma i torrenti che portano via l’acqua dei ghiacciai alpini sono molto gonfi, si vede dal livello che raggiungono e di come erodono le sponde qua e la. Almeno così dicono i locali che vedono questi fiumi da quando hanno memoria. Per cui tanta pioggia ma a quote sempre più alte. Torno indietro e già in un ameno paesino vicino a Lecco sul lago, dove mi sono fermato per un boccone, trovo il personale solerte ma ormai rassegnato al global warming tanto che non sorridono nemmeno per un istante, nemmeno per errore. Ed ecco il bagno del ristorante, un cesso alla turca che è il gradino immediatamente superiore ad un buco nel cortile, la cui trascuratezza, puzza e sporcizia è uguale al quadrato del cubo della sommatoria della sporcizia di tutti i bagni che ho visto durante tutte le mie vacanze in Svizzera da quando sono nato. Poi arrivo a Basaluzzo, il giallo e grigio dalla siccità,  dove oggi siamo stati lisciati da ben tre temporali, la cui pioggia residualmente caduta (circa 4 mm) è pari a quanto è caduto in mezzo minuto durante le ultime sole tre notti nei Grigioni.  Oggi alcuni temporali hanno preso il Basso Piemonte, la Pozzanghera è stata lisciata ma altri hanno beneficiato di qualche bella innaffiata, qualcuna putroppo anche tempestata di grandine che temo abbia fatto dei danni nel vicino Tortonese ed Acquese. Bisogna scegliere, o la siccità o la grandine devastante. Altro che “il giorno fu pieno di lampi ma ora verranno le stelle, le tacite stelle…” ormai dopo un temporale si contano i danni, altro che i gre-gre delle rane del cazzo.

La mia prossima cagata/abuso edilizio.

A circa 2400 metri di quota sopra Sant. Moritz, c’è un rifugio bar ristorante il cui gestore intraprendente ha installato alcune torrette di osservazione come questa. Come dice il cartello, manlevando l’intera popolazione umana da qualsivoglia responsabilità, a proprio rischio & pericolo, ci si arrampica e poi ci si siede fermamente incastrando le chiappe su quel pomolo che assicura una buona tenuta anche nel caso in cui una mucca xenofoba attacchi la struttura. Potrebbe essere il blueprint di una analoga costruzione sulla collinetta che sovrasta la Pozzanghera, senza il piolo, sulla quale posso osservare in silenziosa rassegnazione le crepe nel fango che si allargano con il procedere della siccità.

La bicicletta con la pedalata servo-assistita.

Ne ho affittata una, il noleggio costa un botto ma ne è valsa la pena, è come pedalare sempre in pianura, anche se la strada si arrampica su irte salite montane, non salva dal dolore al prepuzio, soprattutto

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