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Tornato nella calda e umida casa di Genova, ascolto rapito gli scarichi rombanti delle macchinette burine di alcuni tazzorri che parcheggiano sotto casa per andare in un ristorante vicino. Quando escono è un fiorire di accenti e bestemmie ad un volume di voce che basterebbe a farsi sentire in uno stadio.
Ma io sto peggio con un paio di mutande trovate in un cassetto, marca Sloggi, che probabilmente mi ha regalato mia suocera. Se mio padre mi avesse visto girare in mutande per casa sarebbe inorridito. Ma se ora mi vedesse con queste mutande addosso credo avrebbe un infarto. Miriam ha riso abbondantemente ma anch’io ho ridacchiato per l’intero tempo durante il quale mi sono lavato i denti con un nuovo dentifricio che sa di Vicks Vaporub. Sembro un lottatore di Sumo in pensione. Non sono abbastanza in vena di farmi un selfie e pubblicarlo per consegnare ad Internet questo orrore. Il mio senso del dovere verrebbe preso come esibizionismo.
Oggi due amici hanno visto nella Pozzanghera:
- 6 carpe rosse di quelle nate lo scorso anno.
- 2 carpe di dimensioni tali da far ritenere che siano nate questa primavera.
Dunque io sono accecato o rincoglionito perchè non le avevo proprio viste. Ed ora un po’ di musica folk:
accompagnato da una magnum di Dom Perignon di una annata strepitosa.
Invece hai cucinato consommè con uovo
che riconosco è un piatto veloce da preparare,
ma non è esattamente una pietanza che mi piace particolarmente.
Tutto questo perchè ho avuto modo di ascoltare una canzone dei Trilli in versione disco. Intento ottimo ma risultato mediocre. E poi stavo ascoltando su Youtube una vecchia canzone delle Bangles, Walk like an Egiptian, che è ambientato a New York e, cazzo, mi manca. E da marzo che non vado, ho saltato un viaggio per motivi di forza maggiore e mi mancano le strade, la gente, la sensazione che mi infonde.
