Hotel Alga.

Non ci sono mai stato, ma due giorni fa ero pronto a passarci una notte. Perchè mentre a Heathrow aspettavo il mio volo per tornare a Milano Malpensa, mi erano sorte alcune ansie. L’aereo era in ritardo indefinito e la prospettiva, dopo circa 19 ore senza sonno, era di arrivare a mezzanotte e trenta a Malpensa, e poi:

  1. non trovare la macchina posteggiata in un’area trovata casualmente alle ore 5:30 del mattino precedente, nel nebbione padano. Malpensa è un groviglio di parcheggi e già una volta avevo dovuto chiedere aiuto ad un addetto che mi aveva portato con un’auto di servizio in giro per l’aeroporto, io ormai ero certo di averla persa per sempre o anche che l’avessero rubata. E non c’era nebbia.
  2. impiegare un’ora per uscire dall’aeroporto. Sempre causa nebbia, poi uscire e dirigermi erroneamente verso nord, ossia verso la dogana di Como Brogeda, e poi tornare indietro, non trovare le indicazioni in tangenziale, non riuscire a leggere i cartelli stradali  e puntare prima verso Venezia, poi verso Bologna, poi Torino.
  3. rischiare un colpo di sonno e dunque ripiegare verso Milano centro, dove avrei svegliato un portiere di notte incazzato dell’Hotel Alga. Questa struttura credo sia li da sempre. E’ stato per decenni il primo palazzone che noi genovesi abbiamo visto arrivando dal mare, entrando nella metropoli.
  4. essere svegliato dopo mezz’ora di sonno da una bagascia in pensione distaccata in hotel che entra in camera e di sorpresa mi spara un sussotto sul collo prima che io possa reagire.
  5. non dormire un accidente, mettermi in auto all’alba per tornare a Genova, centrare un torpedone all’altezza di Pavia causa colpo di sonno nella nebbia.
  6. arrivare a Genova in ambulanza.
  7. spiegare a Miriam la natura del sussotto.

Invece la tensione o i miei genitori hanno fatto si che io abbia trovato subito la macchina. Che io sia uscito da Malpensa al secondo giro, che abbia imboccato  casualmente la strada giusta, e che infine io sia arrivato a Genova-Righi alle ore 3 del mattino sano e salvo. La sveglia aveva suonato 23 ore e 30 minuti prima, dunque quando dico che James Bond è una finzione perchè non dorme mai, ecco che invece si può non dormire per quasi 24 ore, guidare 4 ore  nella nebbia,  prendere due aerei, due treni, due taxi e la metropolitana, partecipare ad una riunione fiume, mangiare fish and chips in un pub. James Menada-Bond.

James Bond

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