Il freddo lascia il segno.

Assolutamente no, o almeno nulla che si possa individuare da questa foto nella quale si intravede la Luna mentre tramonta.

In effetti però ci sono alcuni alberi che hanno le foglie verdi come a Giugno, segnatamente un Siliquastro ed un Tiglio. Si sono beccati un -4,5° e, secondo le mie teorie, questo non fa bene alla pianta. Gli alberi fanno conto sullo zucchero che elaborano riprendendosi la clorofilla prima dell’inverno. Ossia la succhiano dalle foglie che diventano gialle. Ma se la temperatura scende sotto lo zero quando ancora la clorofilla è nelle foglie, mi sa che il gelo abbia rovinato i canali linfatici ed ora la clorofilla è perduta.

Mi sto inventando tutto questo, ma non saprei a chi chiedere, speriamo che le piante in questione non patiscano troppo e che si riprendano normalmente la prossima primavera. Il pozzo nell’ultima settimana ha dato circa duecentocinquanta litri al giorno, una miseria. E sto per mettere a dimora sette alberi già grandicelli (erano in offerta speciale) che avranno bisogno di tanta acqua. Si aggiungono agli altri alberi che ancora non hanno radicato abbastanza da potercela fare se l’estate dovesse essere calda e secca. Sono gli ultimi che metto, lo giuro. Sono anche scemo, anzi più scemo del normale. Sto leggendo un libro di astronomia che speravo fosse per principianti. Invece è pieno di formule che salto a pié pari, qualcosa imparo ma a volte devo rileggere interi capitoli perchè mi rendo conto che non ho ritenuto nulla nei miei neuroni.

Oggi ho letto cinquanta pagine mentre ero dal dentista che mi ha tenuto tre ore sulla sedia con gli elettrodi per farmi mandibolare la mandibola che non mandibola più tanto bene. Considerando la frequenza di una scossa ogni secondo, ho superato le diecimila scosse. Capirei se avessi provato a molestare la moglie o le figlie, ma nulla di tutto questo, ed allora perché lo fa ?

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Primo ghiaccio.

Come da tradizione, ecco la foto all’alba della Pozzanghera che presenta un sottile strato di ghiaccio, il primo di questa stagione fredda 23-24. Spero sia da buon auspicio per un inverno freddo e nevoso. So benissimo che non esistono auspici e che due giorni di freddo non vogliono dire nulla, ma mi illudo che non fa male a nessuno.

Non senza disappunto rilevo che i dati del riquadro del Disagio sono di nuovo parzialmente errati. Era già successo ed avevo capito l’errore, adesso dovrò rivedere i dati grezzi e magnuscare nel data base. Sono un asino. Va a caghèr.

Didattica a distanza. La foto scattata dalla webcam mostra alte nuvole che disegnano striature, le stesse che si vedono bene dal satellite, quadratino sovraimpresso in basso a sinistra. Toh.

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Soliti rossi autunnali.

Un tramonto sui gialli aceri campestri circondato da due albe sulla Pozzanghera.

Un tizio vestito da cespuglio in piedi in un vaso che spaventa i passanti che gli si avvicinano. E’ una di quelle manie globali, ce ne sono ovunque in Europa e USA. Forse in altri paesi, ad un tizio che fa questo genere di scherzi taglierebbero la testa. Ma da noi è in voga. Il primo era stato il grosso pupazzo di neve fatto di cartone con dentro un tizio che ha spaventato mezzo New England. Però non era esportabile nei paesi dove non nevica, ed allora è arrivato il cespuglio.

Ed è arrivato anche a Genova; si è piazzato nel porto antico, in piazza Fontane Marose e forse in altri due posti. I filmati girano e dunque si può fare una casistica di chi si spaventa a morte e chi meno, direi che il 99% delle persone che hanno fatto un salto ed hanno urlato, poi si mettono a ridere. A Genova è un po’ diverso; soprattutto nel porto antico le persone che vengono fatte oggetto dello scherzo, il più delle volte fanno finta di non spaventarsi e non cambiano espressione, osteggiando quel senso di superiorità e di distacco snob che tanto ci contraddistingue. In aggiunta o in alternativa, spesso si incazzano e se ne vanno facendo quella faccia da culo che caratterizza una parte così cospiqua della popolazione residente.

Certo, ci sono anche genovesi che se la prendono in ridere, ma sono una risicata minoranza rispetto agli individui ambosesso sciatti, brutti dentro, nella cui vita prevale il fastidio, la sofferenza, l’invidia.

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Che sia arrivato l’Autunno?

Mi pare che in questa foto si vedano un po’ di colori autunnali diffusi. Era l’ora. Forse seguiranno ulteriori foto molto simili a questa, leggermente più gialle.

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Mutazioni genetiche nella Pozzanghera

Forse sbaglio a dare alle carpe le vitamine che prendo io. Adesso la mando ai titolari della ditta che alleva Koi per sentire cosa ne pensano.

Che siano gli ormoni che prende Miriam ? Avanzava qualche pillola e ho provato a vedere se alle carpe piacevano. Magari questa manda via i cinghiali che vengono a bere.

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Varie 19 nov 23

Ho colto questa finta continuità di nuvola che in effetti è la stessa nuvola che casualmente è allineata nelle due foto messe a fianco. Ma che sonora stronzaggine.

Tre immagini di mediocre fattezza, pressoché identiche a quelle che ho scattato gli scorsi anni. E, come tutti gli anni a Novembre, dico che prima o poi troverò un esperto in alberi che mi spiega la differenza di avanzamento nella stagione tra diverse famiglie – e fin qui, ci posso arrivare – e tra diversi alberi della stessa famiglia. Tra tutti, spiccano i tigli; ne ho di completamente spogli, di gialli e qualcuno ancora verde. Quelli verdi sono però quelli che si sono defogliati ad agosto e che a settembre hanno rimesso le foglie.

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Anche qui è rosso.

Non solo Central Park, che cavolo. Ho ritoccato la foto e si vede, ma rispetto alla immagine originale questa è vicina a come era veramente la scena.

Ci sono alberi ancora belli verdi ed altri rossi fuoco. Quelli rossi sono aceri rubri, quello verde una quercia. Quelli gialli sono un acero campestre a sinistra ed un acero saccarino a destra. Direi che il colore dipende principalmente dalla famiglia, ma non sempre. Ci sono querce più gialle, un saccarino ancora verde. Insomma fanno abbastanza i cazzi loro, tutti.

Molti funghi. Prataioli specialmente, buoni fritti ma solo le cappelle e dopo averle spellate.

Questo però non so che fungo sia. Nascono tutti gli anni in questo periodo, scatto una foto, la metto qui e mi domando “chissà che fungo è questo” .

Facebook. L’autobus di linea, circa ottanta posti con wi-fi, climatizzato e con servizi igienici, si riempie in un attimo di miei concittadini che manderei in Australia, sarei disposto a pagar loro il viaggio a patto che prendano la residenza colà e che non tornino mai più. Mi limito a bloccarli, in modo che i loro miasmi scritti non possano incrociare le cose che io guardo. Siete la schiuma ideologica di questo paese arretrato, andatevene a fare in culo. Spero davvero che anche voi mi abbiate bloccato, così il rischio di rivedervi si azzera.

Negli ultimi ottanta giorni il pozzo ha dato in media 275 Litri di acqua al giorno. Minimo record. Le piogge delle ultime settimane semmai si faranno sentire tra non meno di un mese. Per risollevare la giornata sono tornato dal vivaio ed ho preso due alberi in più. Una Gleditsia triacanthos ‘Sunburst’ ed una quercia. Il totale degli alberi che stanno per essere messi a dimora per questo autunno 2023 è di sette esemplari. Spero di avere abbastanza acqua questa estate per farli sopravvivere.

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A proposito di Koi

L’acqua della Pozzanghera è diventata molto più trasparente. Nonostante la pioggia recente che ha portato molto fango e nonostanti le esistenti alghe. Potrebbe essere la temperatura che è scesa, ma scende anche gli altri anni e non mi pare di aver mai osservato un cambiamento così repentino. Meglio così, forse saranno contente le Koi e gli altri pescetti.

A proposito di Koi, i titolari della ditta che qualche tempo fa ha impermeabilizzato la Pozzanghera sono dei rivenditori ed allevatori appassionati. Sono andati in Giappone, forse non casualmente. Mi hanno mandato un filmato in un allevamento di Koi. Devo ammettere che le Koi pregiate sono davvero pregiate. Insomma belle a vedersi. Io sono su un livello diverso. Intanto le mie sarebbero Koi allevate in Israele, dunque meno blasonate di quelle giapponesi, e poi non sono così colorate. E sono selvatiche, cresciute in una Pozzanghera senza avere contatti frequenti con esseri umani, se mi vedono scappano come un qualsiasi pesce selvatico. Se non riconoscessi la precarietà della Pozzanghera e di conseguenza dei suoi abitanti, magari ne prenderei un paio gialle.

Un rapido sguardo a New York; le due webcam hanno scattato le rispettive foto a distanza di tre minuti l’una dall’altra. Non sapevo che cazzo scrivere a corredo, vado sullo scontato e banale.

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“Contenitore porta rifiuti”

Contenitori per rifiuti, del tipo da bar, alti, di metallo. Se vengono inclinati, nel momento in cui la verticale del baricentro esce dalla base, possono rovesciarsi per terra. Questi particolari contenitori metallici, quando colpiscono il pavimento producono il rumore di una mina anticarro, ovvero di circa cinquanta ferri da stiro lasciati cadere contemporaneamente da dieci metri su un servizio di cento piatti in ferro. Questo rumore improvviso nel bar di Corso Buenos Aires ha probabilmente risvegliato Tutankamon ed i morti della epidemia di peste in Europa.

Non solo; nel momento in cui la ragazza che lavora nel bar ha inavvertitamente urtato il contenitore facendolo rovesciare, io stavo alzando il bicchiere di acqua per portarlo alle labbra e bere. Il botto mi ha fatto fare un salto tale che l’acqua è finita ovunque. Avevo i capelli, le maniche, la pancia e le gambe bagnate.

I gestori del bar hanno visto la scena ed invano hanno provato a trattenersi dal ridere. Non so quanta acqua ci fosse stata nel bicchiere; a giudicare da quella che ne è uscita direi un centinaio di litri, forse anche duecento.

Nota maschilista, volgare, di cui mi scuso e mi pento e mi dolgo con tutto il cuore; la ragazza in questione è simpatica e cordiale. Avrà sicuramente doti morali e culturali che io non posso conoscere. Quello che posso dire è che il suo sedere parla correttamente tre lingue.

Per dare un senso a questo post cretino, ecco una foto della Pozzanghera al tramonto. Il post resta cretino come tutto il resto, ma la foto è discreta.

Ho ritrovato la foto che avevo fatto il giorno 3 Aprile 2015 al sacchetto che conteneva le tre minuscole carpe Koi. Continua ad essere un post idiota, ma con contenuti del tutto insignificanti, dunque un post cretino ed inutile.

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Cazzoni Avariati

Prendo questa sofisticata terminologia dal film “Love Actually”. E’ un insulto che rivolgo ai miei interlocutori del Comune di Genova al quale qualche mese fa proposi l’idea del “plastico di Genova”.

Si, è più che plausibile che questa idea piaccia solo a me; sono abbastanza certo che nessun funzionario dell’intera amministrazione comunale abbia mai visto il “Panorama” della città di New York esposto al Queens Museum of Art e dunque non se n’è innamorato come è successo a me. Vorrei prenderne alcuni, ivi incluso il sindaco e vari assessori preposti, li carico su un furgone e li trasporto di fronte all’entrata del museo. E li obbligo ad entrare e visitare il “Panorama” ossia il plastico di New York in scala 1:1100. Pur senza averne certezza, sono comunque convinto che sui loro volti si dipingerebbe lo sguardo della mucca mentre passa il treno (cit.)

Il loro completo disinteresse avrebbe molte giustificazioni; priorità, scelte già fatte, scarsa disponibilità di fondi, fattibilità. O, più semplicemente, l’idea è una cagata pazzesca.

Una startup tedesca produce plastici di diverse città del mondo, c’è anche Genova. Ho acquistato on line la più piccola. Ci sono varie misure, quella grande costa circa €1.000 e comprende il Porto Antico, il Bigo, fino alla Foce.

Ho calcolato che più o meno la scala possa aggirarsi intorno a 1:3000. Non ho visto errori grossolani, ma è certo che ce ne siano anche perchè ci deve essere un compromesso tra costi di elaborazione e precisione del prodotto. Qui a fianco l’ascensore di Castelletto, che mi sembra decisamente più grande in proporzione alle case intorno.

Però è bello; nella mia testa bacata me lo immagino sicuramente in scala maggiore, quindi con molta più accuratezza nei dettagli, colorato – ma non troppo – e con gli alberi, che possono essere chiesti alla ditta che li produce in versioni particolari su richiesta del cliente. E poi le colline, l’illuminazione che si muove riproducendo l’ora reale, il tramonto e poi la città che si illumina. Per fortuna non si possono notare quei deficienti che guidano gli scooter con un cazzo di piede che sfiora la strada, ma questo è un altro prodotto.

Comunque sono rassegnato; niente plastico, niente gemellaggio, nientre primato. Però in Corso Italia ci sono dei sarcofagi al posto delle panchine, forse abbiano fatto un genellaggio con Il Cairo ?

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