Un botto.

Ottantuno metri di staccionata elettrificata, 125 metri di barriera elettrificata, 106 pali di legno diversa misura, 672 metri di filo elettrico, 220 isolatori, mano d’opera. Sebbene credo che sia illegale, sarebbe costato molto meno assumere un bracconiere per un paio di notti, armato di fucile e thermos di caffè, appostato in modo da poter sparare ai cinghiali. Avrei anche trovato subito chi avrebbe trasformato una minaccia in un delizioso gulash con le patate. Sono andato a curiosare su un forum di appassionati coltivatori che narrano di campi devastati, coltivazioni azzerate, palizzate abbattute, cani sventrati. I suggerimenti per come tenere lontani i cinghiali vanno da altoparlanti che trasmettono rumori vari, a calze piene di canfora, urina di lupo, capelli umani disseminati lungo i percorsi, vestiti sporchi, stracci sui quali hanno dormito dei cani. Dopo questi suggerimenti salta fuori qualcuno che dice che sono tutti metodi cretini che non funzionano e che l’unica e sparare a pallettoni, seguono commenti feroci contro la caccia, insulti e litigi. Per farla breve, alla fine ho optato per la soluzione meno cruenta, ossia il filo elettrico che da una scossa fastidiosa ma totalmente innoqua agli ungulati.

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2 Responses to Un botto.

  1. Mig1 says:

    Beh, in città ultimamente si parlava di MIGLIAIA di capi da abbattere.
    Se mettessimo insieme un paio di squadre di cacciatori, alcuni macella, qualche veterinario e un po’ di cuochi verrebbe una sagra del cinghiale che levati!

    La soluzione-bracconiere, cmq non era applicabile perché non definitiva. E’ per questo che non l’hai adottata!!!!

    PS: fra qualche tempo verrò a lavorare in Corte Lambruschini, non escludo di passare a salutarti, ammesso tu abbia ancora l’ufficio lì e che mi apra la porta. 😛

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